Chiaroveggenza e percezione, uomini e Dei
MECCANISMO DELLA CHIAROVEGGENZA
Per spiegare come funzioni la chiaroveggenza è necessario che si implichi obbligatoriamente una supposizione del futuro in una delle seguenti modalità. La prima è che gli eventi futuri in realtà non esistano e non possano, quindi, produrre alcun effetto sul presente. Tuttavia bisogna partire necessariamente dal presupposto che il futuro, come potenziale, sia già contenuto nel presente. Un esempio, classico, per spiegare questa apparente aporia è quello del “seme e del fiore”: un giardiniere può esaminare il seme e predire esattamente come sarà il fiore. Alcune premonizioni possono però appoggiarsi su indizi che non sono facilmente riconoscibili nello stato cosciente: un rumore insolito può suggerire una futura situazione di pericolo, ma è necessaria la sensibilità per poterlo cogliere. Il chiaroveggente, quindi, deve essere eccezionalmente abile per riuscire a percepire indizi e segni che alla gente comune appaiono impercettibili, ma non solo! Deve essere in grado anche di dedurli teoricamente. Gerhard Dietrich Wasserman, fisico dell’Università di Durham, ha teorizzato che tutti gli eventi esistano sotto forma di schemi mentali senza tempo con i quali sono associate tutte le particelle, sia viventi che no, dell’universo. Tale teorizzazione si rifà alla classica definizione dell’Ermetismo da parte di Ermete Trismegisto “Così sopra, così sotto”, in cui l’Universo, il Macrocosmo, contiene innumerevoli microcosmi ognuno dei quali riassume caratteristiche e ordinamenti di quello grande. Così l’uomo è un microcosmo della Terra, le cui arterie sono i fiumi e così via. Di conseguenza i vari ordini di esseri, animati ed inanimati hanno gradazioni molto vicine negli attributi e nelle proprietà da fornare una catena singola in cui è impossibile determinare con precisione dove finisca uno e cominci l’altro per via del loro strettissimo legame. Questa “catena dell’essere”, quindi, collega l’animato con l’inanimato attraverso una gradazione di attributi in comune il che consente da parte di chiunque dotato di discernimento e di apposita tecnica di “vedere il futuro nel presente, come in uno specchio”, come asseriva Leibniz.